Per passione e per diletto mi ritrovo dopo qualche anno a commentare ancora una volta l’operato delle società di Serie A e in particolare dei loro direttori sportivi al termine del calciomercato, paradossalmente uno dei momenti più attesi della stagione da tutti gli appassionati di calcio, nonostante non si giochi, almeno non per i 3 punti.
E in vista di quella che sta per cominciare, effettivamente l’estate 2016 rischia davvero di rivelarsi come il momento più emozionante della stagione, perché il prossimo campionato un probabilissimo trionfatore ce l’ha già.
La Juventus (voto 9) ha dominato gli ultimi 5 campionati di Serie A, compreso l’ultimo, quando dopo un inizio balbettante ha in breve tempo messo di nuovo in fila tutti i rivali con una semplicità disarmante. L’unica speranza per le avversarie era rinforzarsi sul mercato e sperare in qualche passo falso di Marotta & Co. Mai speranza fu maggiormente disillusa: la Juve non solo ha comprato altri top player da aggiungere alla propria collezione, ma lo ha fatto andandoli a “rubare” (termine simbolico, specifichiamo) alle dirette concorrenti: “Mister 36 gol” Higuain al Napoli e quel genio di Pjanic alla Roma. Più i vari Dani Alves, Benatia, Cuadrado (una conferma) e Pjaca. Talmente tanta grazia che è impensabile che la Juve lo abbia fatto pensando al campionato, ma puntando dritta alla Champions. Ecco, secondo me fin troppo per il sesto Scudetto, non ancora abbastanza per la Coppa con le orecchie. Un voto in meno perché dopo la cessione di Pogba serviva come il pane un sostituto all’altezza in mezzo al campo e nonostante i tanti nomi (Witsel, Matic, Luiz Gustavo, Brozovic…) alla fine non è arrivato nessuno.
Le concorrenti per lo Scudetto, comunque, si contano sulle dita di una mano, anche meno, e la distanza dai bianconeri è aumentata. Il Napoli (7,5) ha investito più dei 90 milioni incassati con Higuain ma lo ha fatto acquistando una selva di panchinari (Tonelli, Maksimovic, Rog, Diawara, Zielinski, Giaccherini) che potranno essere utili per migliorare la rosa (ma Sarri turnover non ne fa, quindi…) ma che difficilmente alzeranno la competitività della squadra. Eccezion fatta per Milik, pagato comunque come un bomber vero nonostante al momento sia poco più di un giovane di belle speranze (e Gabbiadini che deve fare per meritare un po’ più di fiducia?). Un po’ meglio hanno fatto sul mercato la Roma (8) e l’Inter (7,5). I giallorossi hanno perso Pjanic, ma tra il ritrovato Strootman e un Paredes in crescita potrebbero trovare in casa il sostituto, e hanno puntellato la difesa con i vari Bruno Peres, Mario Rui, Fazio, Vermaelen, Jesus e il portiere Alisson, che si giocherà il posto con Szczesny, mentre in attacco era difficile prendere di meglio di quanto non ci fosse già. L’Inter, al netto della confusione tecnica per il cambio in corsa Mancini – De Boer, ha fatto l’esatto contrario. I cinesi hanno portato i liquidi necessari a intervenire bene e subito dalla cintola in su: gli arrivi di Joao Mario, Banega, Candreva e Gabigol alzano da subito il tasso tecnico della squadra, che non ha perso nessun big, mentre in difesa si poteva fare di più, visti anche i risultati dello scorso anno.
Il novero delle pretendenti allo Scudetto finisce qui perché la Fiorentina (7) è rimasta praticamente immobile sul mercato, se si eccettua qualche intuizione di Corvino (Maxi Olivera, Toledo, Hagi, Dragowski) e operazioni di contorno (Sanchez, De Maio, Salcedo, Milic), ma ha perso Alonso e scelto di rinunciare a Rossi. Precampionato e avvio di stagione dicono che sarà difficile ripetere la scorsa stagione. Sul Milan (6,5) meglio stendere un velo pietoso: zero soldi da investire, gli sforzi più ingenti sul capocanniere della B, Lapadula, chiuso ora dalla mancata cessione di Bacca, e su un ex conoscenza del calcio italiano, Josè Sosa, che non ha certo lasciato ricordi indelebili nella sua prima esperienza italiana. Già l’Europa League per questo Milan sarebbe un successo. Benino il Sassuolo (6,5) che per quanto fatto l’anno scorso e per il prosieguo della politica sui giovani merita fiducia, anche se ha perso due pilastri come Vrsaljko e Sansone. E il doppio impegno in Europa League potrebbe togliere energie al campionato. Bene il Torino (7), che è intervenuto tanto e bene nel mercato, operando una mezza rivoluzione in tutti i reparti: in porta il titolare della Nazionale inglese Hart (talentuoso ma incline alla papera), in difesa De Silvestri, Castan e Rossettini (ma nel cambio con Maksimovic, Glik e Bruno Peres sembra perderci), in regia Valdifiori e in attacco, accanto a un Belotti in rampa di lancio, due ali perfette per il gioco di Mihajlovic come Iago Falque e Ljajic. I granata possono sorprendere. In questa fascia anche la Lazio (7), che riporta in Italia Immobile consegnandogli un ruolo da protagonista, si appresta a consacrare il talento ribelle Keita e spera di sistemare la difesa con Bastos, Wallace e Lukaku. Nulla da stroppiciarsi gli occhi ma forse abbastanza per non sentire troppo la mancanza di due mostri sacri come Klose e Candreva.
Segue una schiera di squadre il cui obiettivo sarà quello di disputare un tranquillo campionato di metà classifica, sperando di poter cullare qualche sogno di gloria piuttosto che di doversi guardare le spalle. Nella prima categoria ci mettiamo la Sampdoria (6,5), che cede sì tanti punti fermi come Soriano, Fernando e Correa, ma lo fa con ottime plusvalenze e puntando su giovani di qualità e che hanno subito impressionato come Linetty, Torreira, Bruno Fernandes, Budimir e la ciliegina Praet, un talento soffiato a tante squadre europee e destinato a un grande futuro. Il reparto debole è la difesa e in A non è un dettaglio. Ha operato in modo contrario il Genoa (6,5), che ci aveva abituato a continue rivoluzioni e che invece quest’anno si è limitato a puntellare l’undici titolare con pochi ma mirati acquisti: Gentiletti dietro, Veloso in mezzo e Ocampos davanti su tutti. Ma il vero capolavoro è stato trattenere Pavoletti. Vogliosi di stupire anche il Bologna (6,5), con tanti innesti di qualità in ogni reparto (Torosidis, Helander, Nagy, Dzemaili, Viviani, Krejici, Verdi, Di Francesco) e poche cessioni eccellenti (Rossettini, Diawara, Giaccherini), e l’Atalanta (6,5), che con Gasperini in panchina punta alla salvezza con il bel gioco: pochi acquisti (Zukanovic, Grassi, Paloschi su tutti), ma anche una sola cessione di rilievo (De Roon) potrebbero essere la ricetta giusta. Chiude questa categoria l’Udinese (6), che piazza due soli acquisti importanti (Kums, De Paul) e rischia di risentire oltremisura dell’addio di Di Natale.
In zona retrocessione, un posto di rilievo lo merita, per quanto fatto negli anni passati, il Chievo (6), tutti gli anni inserito tra le pretendenti alla serie B e sempre tra le prime a raggiungere la quota salvezza. Sorrentino in porta è però l’unica novità di rilievo e tutti gli anziani del gruppo, molti dei quali titolarissimi, hanno un anno in più sul groppone. Fiducia anche al Cagliari (6), salito in carrozza dalla B e che ha piazzato una serie di colpi importanti (Bruno Alves, Isla, Ionita, Padoin e Borriello), e il Pescara (6), che nonostante sia una neopromossa e abbia perso Lapadula, ha fatto pochi acquisti scommettendo sull’entusiasmo del gruppo che l’ha riportata in A e spesso questo si rivela una ricetta vincente. Chiudono l’Empoli (5,5), con una squadra che ha cambiato tanto in mezzo e ha un allenatore esordiente, ma che può puntare ancora sul talento di Saponara e il fiuto di Maccarone, il Crotone (5), sulla carta la meno attrezzata tra le neopromosse, e un Palermo (5) sensibilmente indebolitosi rispetto all’anno scorso e dove le bizze di Zamparini hanno già contribuito a creare un clima di confusione e tensione.
Premettendo che molte previsioni si riveleranno comunque errate, buon campionato a tutti!!!